Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||
|
Trento, 22 marzo 2010
Secondo quanto riferisce il quotidiano – attribuendo a sua volta la notizia ad una “fonte interna” all’Amministrazione – sarebbe stato impartito l’ordine alle guardie forestali di abbattere duecento volpi nel territorio provinciale al fine di controllare se la diffusione del vaccino sia efficace o meno. In altri termini controllare se le volpi hanno assunto o meno il vaccino. Ciò che colpisce l’affermazione secondo la quale nella zona di Rovereto, dove dovrebbero essere abbattute ed esaminate 34 volpi, a tutt’ oggi non si è riusciti a catturarne più di nove. L’opinione della guardia forestale interpellata dal giornalista è che le volpi in realtà siano molto meno di quelle stimate e quindi la cattura sia pressoché impossibile. Non si può catturare ciò che non esiste. E’ accertato che il predatore esce da una epidemia di cimurro che ha decimato la popolazione. Immagino che il numero di duecento capi da abbattere, per finalità di controllo, derivi da una stima statistica al fine di ottenere dati significativi, e che siano state prese in considerazione altre modalità di cattura meno cruente. Tanto premesso interrogo il Presidente della Giunta provinciale per sapere: 1. quante volpi si stima esistano nel territorio trentino; 2. quante dosi di vaccino sono state distribuite sul territorio, ad uso e consumo delle volpi e di altri predatori; 3. se, in considerazione del fatto che nessuno mette più in discussione (tranne certi settori venatori) l’importanza dei predatori per l’equilibrio dell’ecosistema, sono state prese in considerazione altre modalità di controllo sulla distribuzione dei vaccini, oltre a quella di abbattere gli animali (con il doppio costo della vaccinazione e del successivo abbattimento), quali ad esempio la cattura; 4. quanto costa ogni dose di vaccino disseminato nei boschi e quanto costa ogni dose di vaccino per gli altri animali domestici, d’affezione o d’allevamento che eventualmente dovranno essere vaccinati in massa se non vi sono dati che indichino un arresto della diffusione dell’epidemia; 5. considerato che l’epidemia proviene dai paesi sul confine orientale dell’Italia, ove la rabbia è endemica, se è stata presa in considerazione l’ipotesi di agire di concerto con le altre regioni per arginare il fenomeno sul confine nazionale o se addirittura non convenga attivarsi per dare un sostegno alle strutture sanitarie degli Stati confinanti ad est, come ha già fatto, ad esempio, la Germania, per una azione comune di profilassi. Cons. Roberto Bombarda |
ROBERTO
| ||||||||||||||||||||||||||
© 2000 - 2024 EUROPA VERDE VERDI DEL TRENTINO webdesigner: m.gabriella pangrazzi |
||||||||||||||||||||||||||||
|